Le Fonti del Clitunno
Camminare nella pace di un torrente che attraversa isolotti fioriti...
Le Fonti del Clitunno sono un vero gioiello naturalistico dell'Umbria, situate a Campello sul Clitunno, cittadina a metà strada tra Spoleto e Foligno.
Sono formate da sorgenti sotteranee che fuoriescono da fessurazioni della roccia attraverso le polle, individuabili, a tratti, nel fondo del laghetto; tali sorgenti dalle acque limpidissime alimentano il fiume Clitunno.
Lo specchio d'acqua dai colori intensi e cangianti, è ricco di rare specie vegetali che contribuiscono a dare un'aurea d'incanto. Le rive sono circondate da una fitta vegetazione, in particolare salici piangenti e pioppi. Per il loro aspetto straordinariamente suggestivo, furono fonte d'ispirazione, fin dall'antichità , per pittori, poeti e scrittori, tra cui il Corot, George Byron e Carducci, che ad esse dedicò una celebre ode.
"Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte
nume Clitumno! Sento in cuor l'antica
patria e aleggiarmi su l'accesa fronte
gl'itali iddii." (G. Carducci, 1876)
Un cippo marmoreo, scolpito a bassorilievo e con un'epigrafe di Ugo Ojetti, ne ricorda la visita, avvenuta nel 1910.
Per le valenzea ambientali, oltre che culturali e storiche, le Fonti del Clitunno posso essere considerate un parco naturale e letterario. Lungo le sponde del fiume nell'antichità , sorgevano sacelli, ville e terme.
Qui veniva l'Imperatore Caligola a consultare l'oracolo e qui si svolgevano riti religiosi. Si credeva che nelle profondità delle acque risiedesse il dio Clitunno, in onore del quale sorsero tre templi, purtroppo andati perduti. Attualmente nei pressi delle fonti è rimasto un Tempio: "Il Tempietto sul Clitunno" costruito probabilmente con i materiali degli altri tempi distrutti e contenete alcuni affreschi fra i più antichi in Umbria. Sappiamo da Virgilio e da Properzio che era costume immergere i buoi, prima del sacrificio, in queste acque , in quanto ritenute soprannaturali e capaci di renderli candidi.
Le acque del Clitunno per molti secoli scesero disordinate nella pianura, finché, con il prosciugamento del lago Clitorio, esse furono regolate e perfino fatte passare al di sotto della Marroggia. Le sorgenti erano cosí copiose da formare subito un grande fiume navigabile fino a Roma, proseguendo con il Tevere.
Nel 440 d.C. un tremendo terremoto, che durò sei mesi, disperse gran parte delle vene: tuttavia ancora oggi il Clitunno è tra le più copiose sorgenti dell'Umbria, con 1500 litri al secondo.
La sistemazione che vediamo oggi è dovuta all'opera del Conte Paolo Campello della Spina che tra il 1860 e 1865 il creò lo spazio per il laghetto e provvide a far crescere la vegetazione che ancora adesso caratterizza il luogo. La fauna oltre a quella ittica, è composta prevalentemente dai caratteristici cigni, oltre ad alcune specie di volatili acquatici.