San Francesco
Immergersi nella spitirtualità del Santuario di S. Francesco.
I luoghi del cammino di Francesco
A due anni dalla morte di Francesco d’Assisi, avvenuta il 3 ottobre 1226, venne posta la prima pietra della nuova basilica a lui intitolata. Il cantiere, destinato a protrarsi ben oltre il XIII secolo, vide all’opera alcuni tra i più grandi pittori del tempo, da Cimabue a Giotto, da Pietro Lorenzetti a Simone Martini. E fu soprattutto grazie a Giotto, insuperato interprete della vicenda umana del santo, che la nuova umanità del messaggio francescano trovò la sua più eloquente resa in immagini, unitamente all’invenzione di un distinto linguaggio pittorico ispirato alla realtà visibile. Non c’è luogo in Umbria in cui la vicenda di Francesco e del suo movimento non abbia lasciato testimonianze: da quelle figurative, di cui abbondano molte chiese della regione, ai luoghi dove si consumò la stessa esistenza del santo. Oltre ai numerosi eremi, luogo di preghiera, da quello delle Carceri ad Assisi al Sacro Speco a Narni, tutta la regione è segnata dalla presenza di insediamenti francescani, non di rado fondati dagli stessi primi discepoli di Francesco.
Le architetture della città tra sacro e profano
L’innesto sulle forme romaniche del nuovo linguaggio gotico trova in Umbria due eccezionali modelli: nella stessa basilica assisiate, paradigma architettonico per l’edificazione di analoghi edifici nella regione, e, all’esordio del Trecento, nel duomo di Orvieto con la mirabile facciata di Lorenzo Maitani, ispirata a modelli senesi. Ma è nella piazza medievale che l’Umbria comunale ridisegna gli spazi della vita civile con una sapienza urbanistica inusuale per potenza espressiva e capacità progettuale. La fisionomia della piazza medievale è caratterizzata dalla compresenza dei simboli del potere politico e religioso: la cattedrale, massima manifestazione del dominio del sacro, e il palazzo civile, destinato a rappresentare la nuova autorità della rappresentanza comunale. Dalla piazza di Perugia, su cui si affacciano la cattedrale dalla facciata incompiuta e il possente palazzo dei Priori, raccordati visivamente dalla Fontana decorata dalle sculture di Nicola e Giovanni Pisano, a quella di Todi che in modo eccezionalmente regolare accoglie i tre palazzi delle magistrature civili (del Popolo, del Capitano e dei Priori) assieme alla scenografica cattedrale e l’annesso palazzo vescovile; fino ad arrivare a quella di Gubbio, tra le più ardite realizzazioni urbanistiche del medioevo, destinata a ospitare il palazzo dei Consoli, posto in posizione emergente rispetto al contesto cittadino e in relazione con la “Platea Communis” che, poco più in alto sul monte, accoglie la cattedrale.